Scrivo qui sotto questa poesia di Giovanni Raboni tratta dal libro Il più freddo anno di grazia.
La tenerezza del guscio d’uovo
dolcemente svuotato con la bocca
e ornato con paesaggi lontani
siamo in molti a pensare che non c’è
modo di imballarlo come si deve
un oggetto così fragile, così breve e così
c’è poco da sperare
nella salvezza del guscio d’uovo.
Ogni volta che la leggo è come la prima volta. Spero che l'uovo rimanga intatto anche se so che c'è poco da fare. Che è vero che è fragile e breve.
Pasqua. Oggi per me vuol dire tenere gli occhi sempre aperti sulla fragilità e sulle crepe conservando però la speranza che la tenerezza abbia in sé anche il dono di durare, di resistere, di salvarsi.
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