mercoledì 14 maggio 2014

Eugenio, invenzioni a scuola




Ancora incontri a scuola.
Diciamolo subito: è sempre bello incontrare i bambini, sempre.
Più bello ancora quando hanno potuto leggere con calma il libro attorno ai quale girerà l'incontro.
Un vero colpo di fortuna è quando le insegnanti hanno davvero lavorato sul libro.
Il nostro "Eugenio l'inventore" (Giunti, Leggo Io) è un libro piccino, una storia semplice. Ma dentro abbiamo nascosto tante cose e tante domande: che vuol dire inventare, creare? che si fa quando perdiamo la fiducia in noi stessi? un bambino può aiutare un adulto? come fare se i genitori lavorano troppo? come fare con le baby sitter che non ci vanno a genio? possiamo dire la nostra? e così via.
Alcune insegnanti queste domande le trovano e le utilizzano per far parlare, scrivere, disegnare i bambini.
Ieri, in una scuola di Costano, alla fine dell'incontro abbiamo ricevuto in regalo un bel libro dove c'erano alcune delle cose dette, pensate, immaginate dai bambini.
Hanno fatto alcune richieste a Eugenio, esperto di "invenzioni su misura". Hanno giocato a immaginarsi una "stanza-vacanza" come ce l'ha lui.
Secondo me, un modo intelligente per ascoltarli, conoscerli.
E allora noi abbiamo ricambiato regalando a ciascun bambino un kit dell'inventore perché possano continuare a giocare e mettersi nei panni di Eugenio e realizzare la propria "invenzione amica", simile a quelle che Sualzo ha nascosto nel libro (un corpo a forma di cilindro, più o meno. Ruote, braccia, occhi e qualche accessorio).
D'accordo, è il tubo di un rotolo di carta igienica dipinto. Ma i bambini, che sono esseri superiori, ci vedono mille possibilità. Mettono bottoni, spine, antenne. Scrivono istruzioni, funzionamenti. E, soprattutto, raccontano mancanze, esprimono desideri.
Direi che questo incontro è andato bene.

















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