Di recente un'insegnante della scuola primaria mi ha fatto conoscere un esperimento tentato con i bambini della sua classe, una quarta alle prese con l'attesa del Natale.
L'insegnante ha pensato di consegnare ai suoi alunni dei quadernini, metterci due nastri per chiuderli in un fiocco, regalare loro ogni giorno una poesia del libro Poesie della notte, del giorno, di ogni cosa intorno (Topipittori).
Poi l'insegnante scriveva ai bambini come avrebbero potuto procedere:
«Cosa faremo? Dedicheremo mezz'ora al giorno a noi stessi: leggereo poesie che ci permetteranno di pensare, riflettere, capire, far sorgere domande, divertire, indagare dentro i nostri sentimenti, esprimere e comunicare il nostro mondo interiore attraverso le pagine di diario.
Lo faremo in un quadernino a parte».
«Un'avvertenza: scavatevi a fodno, non rimanete in superficie, anche se scavare potrebbe procurarvi dolore, tristezza, ansia, fastidio... Siate ironici verso voi stessi, prendetevi un po' in giro, sappiate ridere delle vostre disavventure...».
Ho due di questi taccuini sulla mia scrivania. Sono emozionanti. I bambini partono dal testo e poi vanno per la loro strada. Si sente che sono abituati a leggere versi e che questi versi germogliano in testa, portano altre idee, spingono a dire il proprio vissuto, a volte generano altri versi.
Bello sentire la loro voce, conoscere le loro battaglie a scuola, i litigi, gli affetti. Bellissimo sapere che tutto questo si mescoli con le poesie.
Una cosa interessante è che così scrivono praticamente tutti, anche chi ha qualche difficoltà, anche i disordinati, i pigri. L'idea poi è che, con il permesso di tutti, i taccuini possano girare tra i banchi, si possano condividere le pagine e pensieri, ci si conosca ancora un po'. E aprirli, sempre che uno voglia, anche ai genitori.
Ho chiesto di poter fotografare qualche pagina. Eccoli qui, Andrea ed Edoardo.
Prendono dalle mie poesie quello che serve loro e poi scrivono liberamente su diverse cose:
litigare, separarsi, fare errori
essere alle prese con i compiti
dormire
crescere
innamorarsi
pensare i propri pensieri
amare la natura
Ci vorrebbero più quaderni a parte, più versi da leggere in libertà, più tempo per sé.
Un grazie di cuore a Fernanda Bevagna della Scuola Primaria di Magione che ha voluto farmi conoscere il lavoro fatto i bambini e mi ha dato la possibilità di sfogliare i loro taccuini dell'attesa.
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