Il primo libro di poesie che ho pubblicato è Diverse fedeltà (Guerra, 1999). La nota che lo accompagnava era del mio professore di letteratura italiana. Per la copertina avevo scelto una miniatura in cui Ruth si infila sotto il mantello di Boaz (era un messaggio chiaro, Sualzo poteva ancora salvarsi...). C'erano poesie d'amore, poesie che raccontano i giorni, c'era un poemetto sulla scia del Cantico dei Cantici.
"Ci sono ancora poeti in Italia. Non spediscono niente agli editori, non se ne può fare censimento. A volte scrivono lettere. Poeta a vent'anni, Silvia Vecchini mi ha scritto così: "Perchè siamo animali senza circo e abbiamo ancora un numero speciale, assicurati a un nodo, un salto destino da far impallidire". Cerca nella sua Bibbia prima di dormire "parole di coincidenza". E a un suo amore difficile ha scritto: "Sei una spina/ un letto di sassi/ un giorno in piedi". Penso a Silvia Veccchini e so che resiste in questo paese la letteratura. Se ne va da una lettera all'altra, di stanza in stanza, viaggia nel sacco postale e resta almeno una notte all'addiaccio di una buca di strada. Esiste una letteratura senza diritti d'autore che ha per lettori solo quelli compresi dall'indirizzo di lettera. Silvia Vecchini scrive cose dure e grandi e sopporta lo scambio inuguale con un piccolo scrittore ufficiale che risponde goffo alle sue parole scavate. E se le ho tradite facendole sbirciare è perchè questo spazio mi è stato aperto da un giornale che si chiama "Avvenire" e queste righe sono comparse per la prima volta proprio sotto il titolo del giornale. Avvenire: appartiene a Silvia Vecchini e la letteratura sta nelle sue buone mani e in quelle dei poeti segreti di vent'anni".
Bene. Avevo vent'anni e mi sembrò una bella cosa.
Tempo dopo, alcune poesie del libro finirono nella raccolta I poeti di vent'anni curata da Mario Santagostini nella collana diretta da Maurizio Cucchi.
Adesso sto raccogliendo il materiale per la prossima raccolta e sono contenta. Sì perché quel "vent'anni" che ritornava sempre mi faceva uno strano effetto, un po' minaccioso. Come se la poesia stesse bene con i vent'anni e poi chi lo sa. Iniziai a vedere questa specificazione come uno sgambetto.
E se non avessi più scritto? Ero sicura che poteva capitare.
Così sono ancora più contenta di aver continuato in questi anni a scrivere per me, per Antonio, per pochi amici lettori. Anche perché, continuando a scrivere e facendo finire qualche verso come in una cassetta delle lettere a un solo lettore per volta, è andata che davvero qualcuno ha infilato la mano e ha pescato. Giovanna Zoboli (Topipittori) ha trovato una mia poesia e mi ha incoraggiata a scrivere versi per bambini e ragazzi. Ed è venuto fuori un libro che altrimenti non avrei immaginato.
Poesie della notte, del giorno, di ogni cosa intorno
Illustrazioni di Marina Marcolin
Topipittori
E mi sono accorta che in questi due anni, anche grazie a questo libro inaspettato ma visto con chiarezza prima ancora che ci fosse, ho scritto con più assiduità e focalizzato meglio quello che mi interessa in fatto di scrittura. E fatto incontri molto interessanti grazie alla poesia.
Così, mi sono detta, dopo quindici anni non sarebbe male raccogliere i versi e farne un librino per gli amici e chi vorrà leggere.
Intanto che la raccolta si fa pian piano, mi diverto con Sualzo a mescolare le cose e a mettere una poesia dentro una tavola a fumetti. Ogni lunedì su http://sualzo.tumblr.com ne aggiungiamo una.
Io sono una che ama la poesia sulla pagina, letta a mente, silenziosa. A volte pure la lettura degli autori non mi prende quanto leggerla da sola e zitta. Tuttavia mi incuriosisce questo mix. Quello che facciamo qui è un esperimento con due mezzi espressivi cercando di aprire un po' i confini e raggiungere anche chi non se lo aspetta. Una pillola, ma fatta con cura.
E c'è una novità: il lunedì sera, le mie poesie in una tavola di Sualzo, saranno sulla pagina fb di Caterpillar con un video e una lettura. A prestare la voce c'è l'attore Bolo Rossini, una cosa in aggiunta che mi mette allegria. Sarà perché è una voce maschile, sarà perché tanto tempo fa, colpevole Sualzo, lesse delle poesie in un teatrino rovinando il San Valentino a quattro persone.
In ogni caso, qui Sualzo disegna, mette la musica, qualche suono scelto, monta tutto.
Viene fuori una piccola cosa da trenta secondi, una breve immersione. Un regalino da recapitare uno a uno.
Da cassetta della posta, solo che i tempi sono cambiati.
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