Capita che alcuni libri trovino le proprie strade un po' da soli; è quanto sta succedendo a Poesie della notte, del giorno, di ogni cosa intorno (Topipittori). Non è nuova per me la sensazione che la poesia venga percepita come difficile, lontana, qualcosa di astratto o davvero strambo. Ricordata come una sdolcinatura, avvertita come poco comprensibile, a volte giudicata completamente inutile. Non dico dannosa, che sarebbe darle troppa importanza.
Anche a scuola scuola spesso la poesia fa fatica a prendersi uno spazio diverso dagli auguri di Natale e Pasqua, dalla primavera e dall'autunno. Pochi libri di poesia acquistati, pochi quelli consigliati in lettura.
Quindi è sempre una bella festa quando invece ho l'occasione di leggere versi insieme ai bambini.
In occasione del Premio Sila a Cosenza, il 20 novembre, sono stata invitata a incontrarne tanti.
Ho raccontato del mio divertimento nell'inventarmi un'avventura per Dante Alighieri (che con Giacomo è il mio poeta preferito) dodicenne nel libro Dante e il circolo segreto dei poeti (Lapis).
Poi ho parlato ai bambini di Fiato sospeso (Tunué) dove la protagonista scrive pensieri e micro poesie su bigliettini e foglietti. Olivia l'avevo immaginata proprio così: abbastanza sola da poter vedere bene le cose, pronta a cercare amici per aver voglia di dire la sua. Era così importante per me questa caratteristiche che ho scritto davvero, come se fossi Olivia, diverse poesie e alcune sono finite nelle ultime pagine del libro.
Poi ho parlato anche de Le parole giuste (Giunti). Dove invece Emma con le parole non vuole avere niente a che fare. Almeno fino a quando arriva Alessandra che legge insieme a lei una poesia. Ho fatto per diverso tempo l'aiuto compiti e ho visto come, in una pausa, un intermezzo, una merenda, se leggevo una breve poesia senza alcuno scopo se non quello di regalare qualcosa di bello, i bambini più scoraggiati si rasserenavano. Una sorta di tregua con le parole, una porticina laterale per entrare nella lettura, nella scrittura.
Alla fine ci siamo tuffati nei versi e siamo andati a pescare tanti momenti della giornata: la colazione, lo sport, i compiti, il tempo da passare con gli amici, con il cane, la febbre, l'altalena, le scarpe da cambiare... Un campionario che esce dritto dritto dal libro Poesie della notte, del giorno, di ogni cosa intorno e che è stato bello condividere insieme. Tanti i bambini che alzavano le mani per dire: «Anche a me succede!». Interessante anche osservare insieme a loro le immagini e andare a scavare nell'interpretazione dei testi fatta da Marina.
Il pomeriggio invece era dedicato agli insegnanti (una quarantina) e ho raccontato un po' del mio percorso con la scrittura, la poesia in particolare, e i laboratori con bambini e ragazzi: Albero come me, A fotografar le storie, gli incontri fatti insieme a Marina Marcolin.
Io non sono un'esperta, sono soltanto una che con la poesia ha un rapporto molto stretto, intimo. Ho iniziato molto presto a cercare nella poesia un sacco di cose (risposte, domande...), forse anche troppe. Eppure non ne sono mai rimasta delusa perché il primo servizio che la poesia mi ha reso è farmi conoscere meglio me stessa, più da vicino. Che ridere sentir parlare di chi legge o scrive poesia come uno che non ha i piedi per terra! Per me la poesia è un chiodo e il momento in cui scrivo versi (o ne leggo alcuni che mi toccano) è un momento di estrema lucidità e assoluta presenza. Quindi, per me, provare a scrivere insieme ai bambini è innanzitutto un modo per allenarli a stare in contatto con i propri pensieri. In pratica è questo tutto quello che ho da dire. Vale la pena leggere versi ai bambini, tanti, gratuitamente. La poesia poi trova il modo di ricompensare.
Grazie infinite all'organizzazione del Premio Sila, a Lucia Ambrosino perché ha reso possibile questa giornata piena di incontri e parole, alla cooperativa delle Donne di Cosenza.
Grazie a tutti coloro che sono venuti ad ascoltare.
Qualche giorno più tardi, il 26, sono stata a Pieve Santo Stefano (Arezzo), il paese del diario, invitata dalle organizzatrici de I Libri fatti a mano. Insomma, il luogo sembrava fatto apposta.
Ho incontrato diverse classi in un piccolo cinema, ho montato per loro la tenda dove qualche volta vado a scrivere insieme ai bambini. Sapevo che una delle loro poesie preferite era proprio quella che ho dedicato ai rifugi di fortuna che i bambini approntano in casa con seggiole, coperte, fili, cuscini.
Abbiamo letto tante poesie e cercato coincidenze, somiglianze, differenze. Osservato le immagini cercando il legame stretto con le parole.
Anche a Pieve, il pomeriggio era dedicato ai grandi: insegnanti e curiosi che avevano voglia di scrivere insieme. Così Silvia, l'organizzatrice dell'incontro e il cuore de I Libri fatti a Mano, ha preparato tante cartelline rosse. Dentro si trovava qualche poesia che avevo scelto di leggere insieme e un taccuino fatto a mano da lei. Una cura speciale che ha reso tutto più caldo.
Così abbiamo scritto, in un silenzio pieno di attesa. C'era un bel clima e così abbiamo condiviso, ci siamo divertite e anche un po' emozionate. Tutte hanno partecipato con grande disponibilità di ascolto di se stesse e degli altri. Che dire? Troppo breve. Avrei voluto che ci fosse ancora del tempo.
Grazie ad Antonio, sempre in alto, in basso, in mezzo a cavi, cavetti a risolvere grane dell'ultimo minuto e ad ascoltare le mie chiacchiere anche fuori casa.
Un grazie ad Antonella Giacon, amica e poetessa, che a quindici anni mi ha accolto per la prima volta in uno dei suoi laboratori di scrittura dove ho conosciuto un tempo sospeso: quello dedicato a me, ai miei pensieri, alla fatica di cercare le parole, alla gioia di averne trovate alcune.
Ora che si fa? Si riparte. Il 5 dicembre saremo a Piove di Sacco, io con la poesia e Antonio con i fumetti, e il 6 invece sarò con Marina Marcolin a Sarmede per un laboratorio di scrittura e disegno dedicato ai bambini.
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