sabato 28 maggio 2016

Finalmente qui su Gavrocheblog


Gavroche Elisabetta Cremaschi, con competenza e profondità, legge Prima di me (Luisa Mattia e Mook, Topipittori) e il nostro Finalmente qui (Bacchilega) tracciando un percorso che li avvicina.
Mi ritrovo particolamente in queste parole che descrivono una necessità che si presenta quando arriva un bambino e che avevamo ben presente mentre lavoravamo al nostro piccolo libro.
"Fare spazio non è solo un gesto materiale, ma qualcosa di profondamente interiore: trovare uno spazio dentro se stessi dilatabile, in altezza e nel tempo, che possa accogliere repentini cambi di dimensioni, bisogni di espandersi e paure che fanno rimpicciolire, passi dispari in direzioni incerte".

Verissimo. Quando si aspetta un bambino, quando arriva, c'è un cambio di passo, si sperimenta tutta insieme una specie di realtà "aumentata". Ma anche una dilatazione interiore che permette, dopo aver tanto pensato al "bambino della notte", di accogliere quello del giorno. Un fare spazio che ci trasforma. Grazie Elisabetta.




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